L’aeroporto di Miami è tutto computerizzato, bello e moderno, all’uscita prendiamo subito un taxi per la zona cargo.. dall’ufficio dell’Amerijet un ragazzo si rende disponibile per aiutarci e scarrozzarci con la macchina, prima volta in tutto il viaggio che alla custom ci mettiamo 5 min per ottenere il permesso e in meno di un’ora abbiamo fatto benzina, scartato Va’Le, tirata fuori dal deposito e messa in moto!!
Prima tappa Miami Beach con le sue palme, la sabbia bianca e file interminabili di grattacieli e palazzoni sul mare; dirigendoci verso Boynton beach rimaniamo affascinati da una zona molto bella, la strada con l’acqua sia a destra che sinistra. Il mare si insinua creando dei canali interni dove ci sono delle ville da sogno con pontile privato e yacht , nei giardini non manca mai la golf car..che in America è un must!
Ci mettiamo poco a capire che non possiamo percorrere tutte le strade per il limite di velocità che nel nostro caso è troppo basso, in realtà lo capiamo per sbaglio perché per seguire il maledetto GPS finiamo in autostrada… per fortuna nessun problema con la polizia, che ci avvisa solo di stare attenti perché qui guidano da pazzi. La zona del Lago Okeechobel è molto graziosa, case basse con giardini molto curati, pontili di ormeggio e barchette dalle forme più strane! Da qui in avanti paludi, paludi e paludi!
La strada 98 ci porta a LakeLand, nei dintorni distese di aranceti , camion colmi di arance diretti a scaricare nelle varie fabbriche che producono succo di frutta.
Questa parte della Florida è piena di campsite, alcuni per vacanze ,altri come residenze fisse per case mobili..per strada incontri solo mezzi “pesanti”, oltre ai camion e alle Harley la cosa più comune è il camper (di quelli enormi e bellissimi che si vedono solo in America) o il pick up che trascina la mega roulotte che a sua volta trascina il carrello con la barca e in alcuni casi a concludere il traino c’e pure la macchinina per il golf…noi con la Lambrettina siamo minuscoli e impotenti, nessuno ci rispetta, guidare qui è davvero dura, bisogna avere mille occhi e farsi molti scrupoli. Tappa forzata a Chiefland causa pioggia persistente e freddo.
Il tempo è cambiato è in corso una perturbazione che porterà gelo, così ci infiliamo tutto ciò che abbiamo nelle borse, il vento forte in faccia è una costante, superata la bella zona del Crystal river torniamo tra le paludi e le foreste di pini. Filippo ha i miraggi, mi urla che c’è un orso sulla strada, avvicinandoci ci accorgiamo che era solo una nonnetta imbacuccata!! Poco dopo un altro urlo, stavolta dobbiamo salvare da morte certa una grossa tartaruga che sta in mezzo alla strada, è di quelle carnivore, rischio di essere morsa più volte, mi impuzzo i guanti e la rimetto infine nell’acqua putrida e stagnante della palude. Sulla strada motel di tutti i generi e per tutte le tasche..a Blountstown ce ne tocca uno proprio vecchio e squallido!
Superate le belle spiagge bianche di Pensacola ci ritroviamo nello stato di Alabama qui ad ogni stop benzina veniamo fermati dai personaggi piu bizzarri curiosi di sapere da dove veniamo con un attrezzo così piccolo. I complimenti non mancano! I passaggi da uno stato all’altro sono semplici e veloci, il cartello del confine sta sempre dopo un ponte su un fiume! Nello stesso giorno attraversiamo Missisippi e Louisiana passando per zone di mare turistiche… Una serata tra i vicoli del quartiere storico francese di New Orleans per il compleanno di Filippo, noi entriamo in un club tranquillo ad ascoltare un pianista blues mentre fuori la gente è ubriaca e strafatta, sarebbe molto carino se non puzzasse tutto di vomito, alcool e pipì.
Per uscire dalla città percorriamo il ponte più lungo della nostra vita. .38,5 km sospesi sul mare!
Percorriamo la 51 che scorre parallela all’autostrada ma passa vari paesini e lo scenario è proprio da film americano.
Vecchie pompe di benzina, case belle in legno, la veranda col dondolo, qualche vecchietto seduto con la coperta sulle ginocchia, giardini curati da qualcuno che pazientemente passa con il tagliaerba… molto tranquillo.
Abbiamo tutti e due la febbre, piove e fa freddo. Ci fermiamo a Grenada per due giorni sperando che il tutto migliori..i motel hanno tutti il microonde e per variare un po’ il tipo di cibo (i fast food ci stanno uccidendo) facciamo spese pazze al supermercato e ci sbizzarriamo a cucinare un po’ di cibo sano!
Purtroppo fa sempre più freddo ed è previsto un continuo peggioramento, ma decidiamo comunque di provare a fare piccole tappe. Dopo i primi 30 km abbiamo già mani, ginocchia e piedi incancreniti ma proseguiamo. Così per vari giorni, superando Arkansas e Missouri, tappe corte e poi lunghe docce bollenti per riprendersi, l’influenza di sto passo non passerà più!
Queste zone sono tutte uguali, case un po’ trascurate, boschi mezzi secchi, qualche campo coltivato, paludi, allagamenti e alberi crollati..il tempaccio sta facendo bei danni…e per strada tanti ma tanti bamby morti.
A Fermington, mentre girovagavamo in cerca di un supermercato, facciamo la conoscenza di Chip che ci offre ospitalità nella sua fantastica villa e una cena in compagnia di tutta la sua famiglia in un caratteristico club, rimediamo anche qualche pezzo di abbigliamento in più per affrontare queste Temperature glaciali, gentilissimi! Per la colazione invita una giornalista che entusiasta del nostro viaggio e della tappa nella sua città scriverà proprio un bell’articolo! Prima di salutarci ci regala anche dei salami di cervo artigianali che ci torneranno molto utili nei giorni avvenire.
Passato st.Louis entriamo in Illinois e percorriamo la famosa e storica ruote 66, passiamo paesini carini e belle campagne sempre seguendo fedelmente l’antico percorso…Ci aspetta poi lo stato dell’Indiana e l’Ohaio, il freddo gelido non ci da tregua, le previsioni sono ancora pessime e gli stati intorno a noi sono massacrati da tempeste di ghiaccio, nevicate e tornado. Teniamo lo sguardo basso e i denti stretti quindi l’unica cosa che vediamo è il susseguirsi di animaletti pelosi spiaccicati sulle strade.. è un cimitero di leprotti, scoiattoli,opossum e procioni.. due giorni di stop a Maumee..davvero troppo freddo! Per entrare in Michigan prendiamo tanta di quell’acqua che ci fracichiamo completamente, la strada nelle prossimità di Detroit è malridotta e piena di buche..la periferia un po’ inquietante sembra una città fantasma ma la parte moderna (e sopratutto di notte tutto illuminato) ha un certo fascino!
Ora ci aspetta un’attraversata veloce del Canada.. quando ne usciamo ci ritroviamo nello stato di New York, ci sono 8° ma a guardare gli americani sembra piena estate..calzoncini, ciabatte e canottiera..penso che si fanno grasse risate a guardare noi che siamo infagottati come omini Michelin! Superiamo vari laghi e ci colpisce il piccolo paese di Geneva che assomiglia a un nostro borgo alpino ma sull’acqua! Andando verso est passiamo da cittadine con nomi conosciuti.. Amsterdam, Syracusa, Malta…i campi da golf sono enormi e bellissimi, la gente è impegnata a raccogliere le foglie davanti le case per tenere tutto in ordine..nei pressi delle citta i continui centri commerciali pullulano di macchine..e i numerosi fast food lavorano a tutte le ore con il drive in. Salendo in alta collina entriamo nello stato del Vermount, qui c’e ancora tanta neve , Va’Le è senza paura e mette le ruote anche su un campo da sci..il paesaggio è bellissimo..laghi ghiacciati, boschi innevati e un ruscello con acqua trasparentissima ci accompagna fino in New Hampshire..gli Americani con i loro macchinoni e con la prepotenza che hanno alla guida non sopportano l’idea che un piccolo scooter li sorpassi.. varie volte ai semafori troviamo qualcuno che ci fa i dispetti o lungo la strada qualcuno che fa destra e sinistra per impedirci il sorpasso!.. a parte i pericoli pubblici per strada sono molto gentili e pronti a darti informazioni.
La nostra tappa per qualche giorno è Methuen in Massachussetts dove vive il cugino di Fili… arriviamo giusto in tempo con la pioggia… dopo 25 anni che non si vedevano, hanno tanto da chiacchierare! Il tempo qui negli usa non è stato molto clemente con noi e così anche la visita a Boston ce la facciamo di corsa, col freddo e sotto la pioggia..e ce la subiamo anche nei giorni successivi fino in Rhode Island..i dintorni sono belli, è un peccato non goderseli! Dal centro di Newport attraverso vari ponti passiamo da isola a isola, molto bello l’effetto del mare che si incanala tra le isole e la terra ferma creando dei fiordi,, qui ville da sogno, bei ristoranti , pontili con barche..e spiagge piene di surfisti..la strada che percorreremo in Connecticut fino a new York è la 1..un susseguirsi di semafori e centri commerciali..un continuo fermarsi..povera frizione!
Sto diventando brava a cucinare al microonde nei motel..non si puo mangiare tutti i giorni fast food e cosi compriamo pasta, pesce, verdure e si “cucina”..non male!
Attraversiamo il Bronxs con i suoi quartieri malfamati ma caratteristici, vari ponti e arriviamo a Brooklin dove ci aspettano Zack e Nicholas del Lambretta club USA. La Lambretta va sotto le mani del meccanico per un cambio olio, cambio gomma, cambio silent block destro e una lavatina… Ora lei è pronta per la spedizione! La tratta New York – Marocco sarà sponsorizzata e gestita da Airnautic..a noi non resta che goderci la città, campo base il piccolo ma lussuoso monolocale di Nicholas nel cuore di Manatthan.. Central Park, 5 avenue , l’Empire State Building, il World Trade Center e i vari quartieri…dopo tanto tempo si cammina !!!