Dopo un veloce scalo a El Salvador atterriamo a San Jose e ci rendiamo conto che i prezzi sono già più alti, taxi, cibo e dormire ci costa caro! Dobbiamo aspettare la Vale che arriva col cargo, una giornata sulla collina di Colon e poi al magazzino a cercare di riprenderci la nostra cara Lambretta. Ci mettiamo 2 giorni, tempi lunghi, mille fogli, gente negli uffici che non ha voglia di lavorare, insomma tanto tempo perso; il primo stop è nella città di Canas, belle villette con piscina e tanti parchi acquatici , la vegetazione è secca e molte zone sono bruciate… lasciamo la zona dei vulcani e percorriamo una strada piana e alberata fino a Penas Blanca, la frontiera col Nicaragua.

Qui ci facciamo aiutare per sbrigare le pratiche tra i vari uffici in cambio di una mancia di 5$, fa caldo e c’è un po’ di confusione, le zone sono rurali, il mezzo di trasporto più usato è  il carretto trainato da cavalli, la gente vive in capanne ma è sorridente, cordiale e tutti ci salutano. Il paesaggio è un continuo seguirsi di vulcani fumanti dalle diverse forme dove, attraverso prenotazioni turistiche ti puoi divertire a snowbordare o scendete con lo slittino.


Tiriamo dritti fino Leon, arriviamo che la città è in festa, maschere, musica, orchestra, fuochi d’artificio. Passiamo una bella serata; la natura circostante continua a offrirci spettacolari fumate dai vulcani, i contadini al lavoro, gente a cavallo con lunghe frange e poi piccole comunità che vivono in capanne rotonde stile africano con tetti di paglia lunghi fino la base… ed eccoci ad un altra frontiera, el Guasaule, stiamo per entrare in Honduras..come tutti i Paesi in centro America si paga la tassa turistica di entrata e uscita..e per noi che li stiamo attraversando in pochi giorni è una spesa continua!
Il primo tratto di strada è malmesso e sporco, ai lati capanne di fango e paglia, tanta povertà, poi migliora un po’, arrivati nei pressi della capitale Tegucicalpe decidiamo di evitarla anche perché  a parte una chiesa e un paio di palazzoni sembra proprio una enorme favelas marrone..un orrore! La strada ha parecchie interruzioni per lavori, l’umidità è cosi tanta che sembra che piova, si sale su per la montagna con vari venditori di limoni, ceramiche e ferro, tanti i bimbi a scuola, non riusciamo a capire come fanno a essere tutti così perfetti e lindi nelle loro divise vedendo le baracche sporche in cui vivono!


Superiamo Siguatepeque con il suo centro e mercato caotico fino al tranquillo e più turistico Lago Yojoa dove è un susseguirsi di ristorantini a bordo acqua; ancora un po’ di km e arriviamo sull’oceano Atlantico. Dopo tanto tempo ricambiamo versante! Puerto Cortes, località turistica e portò commerciale, ci viene in mente il reality l Isola dei famosi, cayos cochinos è proprio in mezzo al mare difronte a noi ,loro li hanno il mare bello ,noi qui sulla Costa proprio no..sarà il vento, la corrente o altro ma l acqua è proprio marrone..peccato!
La prossima frontiera, el Florido, ci porterà dentro il  Guatemala che per alcuni versi ci ricorda molto il Laos  con la foresta pluviale, le colline tonde e verdissime, per strada le donne arrostiscono panelle e gli uomini accatastano legna..il piccolo paese di Dolores con la sua chiesa bianca che spicca in fondo  e un grande prato adibito a campo da calcio ci regala una nuova esperienza..valentina dorme  davanti il nostro letto e per avere l’acqua nel bagno dobbiamo suonare un campanello che sta alla reception di questo unico hotel del paese… immaginatevi che rottura uscire ogni volta e suonare sto campanello e poi aspettare che arrivi l’acqua per usare il lavandino, la doccia e lo sciacquone!
Tappa successiva Peten, turistica e ben organizzata con tour verso il famoso sito archeologico Maya di Tikal e poi la piccolissima isoletta di Flores, molto carina piena di ristorantini e piccoli hotel, famosa per dei tramonti spettacolari..da qui con le lancie tradizionali puoi fare il giro del Lago o spostarti sulle altre sponde .


Melchor de Mencos, dogana del terczo mondo, una tettoia come ufficio in uscita..anche qui un continuo tirar fuori soldi..
E anche qui la Lambretta ha bisogno della fumicazione, cioè una spruzzatina di acqua sulle ruote… che presa in giro per 6$!
Entrati in Belize la strada è  stretta e piena di buche e dossi non segnalati, la prima cittadina è carina con belle ville, supermercati, ristoranti… poi il niente più totale fino a Belmopan… oggi è domenica e anche a Orange Walk Town sembra l’ora del coprifuoco, tutto serrato e non c’è nessuno in giro… da qui si può visitare Lamanai (letteralmente “il coccodrillo sommerso”) con il sito archeologico maya sulla laguna.  O si possono fare escursioni in barca sul fiume.. la strada prosegue noiosa tra paludi e campi di canne da zucchero, un paio di fabbriche di rum ci inebriano con l’odore alcolico e dolciastro..poi solo venditori di ananas e miele fino al confine col messico..di sicuro il Belize ha molto di più da offrire sia sul lato ovest dove ci sono tante rovine Maya immerse nella giungla sia ad est nei meravigliosi atolli corallini.. ma noi per questa volta siamo solo di passaggio.

Un passaggio veloce in centro America
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