Dopo aver pagato l’assicurazione per la Lambretta e una mazzetta per entrare ci mettono il timbro d’ingresso ed eccoci già in marcia su per le montagne del Laos, c’è ordine anche nelle zone più povere, la strada è asfaltata solo al centro con buche a volontà. La vegetazione è fitta e incontriamo delle belle villette… su una salita VàLentina non riesce a sopportare il carico, così scendo e me la faccio a piedi, è tutto molto selvaggio e non ci si aspetta che tra queste montagne si nasconda un gioiellino come Luang Prabang, città dallo stile francese e patrimonio dell’Unesco.

Ci rigeneriamo con un massaggio tipico laotiano e con un’ ottima cena a luci soffuse sulla riva del Mekong, e per finire la serata facciamo una passeggiata tra le colorate bancarelle del night market prima di riposare.
All’alba si vedono i monaci che, nel loro vestito color zafferano, escono in silenzio dagli innumerevoli templi disseminati per la città e si riversano sul corso principale per il rito del tak bat. I fedeli li aspettano inginocchiati per donargli del riso e altre offerte per il tempio… poi la città inizia a prendere vita: i locali sono tutti molto curati e particolari, in giro incrociamo molte Bakery e così facciamo il pieno di pane e croissant! Girovaghiamo nelle piccole strade, qui la vita scorre lenta e le persone sono molto rilassate: c’è chi legge un libro al fresco nei monasteri, chi scrive cartoline sorseggiando un caffè in qualche bel locale, chi passeggia lungo il fiume e chi si gode la tranquillità. Ovunque regna il silenzio e tutto è in equilibrio, non si direbbe, eppure siamo in una città turistica.

C’è un punto fuori dalla città dove due fiumi si incontrano, il Mekong e il Nam Khan, il primo è più marrone tra i due e lo stacco è molto visibile. Le lunghe lance fanno da ponte tra una sponda e l’altra trasportando gente, motorini e alimenti. In questo paradiso non possiamo non fare un’escursione, con annessa sfacchinata per vedere il salto delle cascate Kuang Si… molto belle! Al mattino presto non c’è molta gente e ne approfittiamo per rinfrescarci in una delle varie piscine che la cascata forma e per farci “massaggiare” da questo idromassaggio naturale. Questa zona offre innumerevoli cascate ma molte strade sono troppo fangose per noi, così decidiamo di proseguire il nostro viaggio verso la montagna.

Fa sempre piu freddo e inizia a piovere. Nei piccoli villaggi di montagna si sente odore di camino e d’inverno… quassù  l’Unicef ha fatto costruire le fontane lungo le strade, gli abitanti le utilizzano perchè non hanno acqua in casa. La gente imbacuccata ci saluta cordialmente, la strada sale ancora , il cielo è nero ma la visuale sotto di noi è fantastica, il versante opposto ci accoglie con montagne imponenti e frastagliate, dalle forme più strane, incontriamo anche delle piccole hotspring tra i terrazzamenti a risaie. Scendendo ci ritroviamo in una valle stretta e ombrosa , costeggiamo un ruscello, vari ristorantini rustici servono granchi, tartarughe e rane in dei gazebo di paglia su palafitte.

La città turistica di Vang Vieng offre molte possibilità per chi vuole divertirsi con attività outdoor legate al fiume ma anche vari locali notturni, il paesaggio è molto bello, con queste montagne alte e verdi, canyon che si insinuano, e il fiume con le sue rapide a far da sovrano.
La strada è piacevole e pianeggiante, dopo aver costeggiato un lago e vari Street market che vendono pesce essiccato (dalla puzza terrificante!)  ci dirigiamo nella periferia di Vientiane: strade larghe e lisce, tante scuole e zone commerciali.

La nostra prossima sosta è il piccolo  e tranquillo paesino di Pekxan sulle rive del Mekon. Dall’altra parte le luci della Thailandia, la strada verso sud passa attraverso distese di piantagioni di alberi da cui si ricava la gomma, tanti laboratori per la lavorazione del legno dove, con maestria, trasformano questi grandi tronchi in opere d’arte; La nostra strada è sempre sul confine con la Thailandia e costeggia il Mekong con i suoi tantissimi affluenti, nei piccoli villaggi di campagna alcune case sono in legno in stile montano e le famiglie si riuniscono in gazebi di paglia sulla strada per riposare all’ombra. Poi troviamo tante case in cemento, molto belle,decorate e dai colori accesi..anche quelle più modeste sono costruite con stile.
Tagliando il Laos in direzione Vietnam ci imbattiamo in un altopiano di distese di piantagioni di caffè con tante farm e coffe shop dove degustare le varie tipologie di caffè locale..molto buono! Il tempo promette pioggia e arriviamo alle cascate di Tad Fane, giusto in tempo per scattare qualche foto e ripararci in un ristorantino con vista.. il temporale ci sta tutto intorno e il sole tramontando regala dei contrasti stupendi con le montagne; la strada verso il confine è molto bella con tanta jungla e rocce che trasudano acqua, sostiamo poco prima della sbarra per rifocillarci… a qualche metro il Vietnam.

Laos
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